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L'analisi di Xaus sulla stagione 2019 del WorldSBK

Friday, 26 July 2019 09:26 GMT

L’ex pilota nel WorldSBK e in MotoGP ha condiviso con noi il suo punto di vista per la lotta per il titolo e sulla leadership del campionato

Ritiratosi dalle competizioni nel 2011, Ruben Xaus è una figura di riferimento nel motociclismo spagnolo. Il vice campione del mondo nel SBK® nel 2003 (quando a vincere il titolo fu Neil Hodgson con la Ducati ufficiale), quest’anno collabora con l’Avintia Racing in MotoGP ma segue comunque con grande attenzione il Campionato del mondo delle derivate di serie dove, tra l’altro, trascorse una fase importante della sua carriera sportiva. Abbiamo parlato con lui per scoprire quale sia la sua opinione sulla stagione 2019 fino ad ora. 
 
“È come se fossero stati due campionati diversi, c'è stata battaglia tra Bautista e Rea, dove uno è stato il dominatore assoluto nella prima parte di stagione. Poi, com’era si poteva prevedere, il regolamente ha imposto delle modifiche. Quando una moto funziona bene bisogna controllare il motore e limitare quella “musica” che ti permette di guidare con gusto, questo ha degli effetti nel modo di guidare e si ripercuote su tutto. La moto è meno competitiva, la pressione aumenta e anche la fame dei tuoi rivali di batterti diventa sempre più intensa.
 
Questi tre aspetti dimostrano che Alvaro sia stato il vincitore di tante gare nella prima parte e che adesso il dominio sia passato nelle mani di Rea - spiega Xaus che sottolinea con attenzione l’importanza della limitazione applicata a partire dal quarto Round, all’appuntamento di Assen. (Per regolamento, Ducati ha ridotto i giri di 250rpm).
 
Però non è solo questione di tecnica o di potenza del motore. Il fattore umano conta e molto, Xaus infatti precisa: “Rea ha imparato molto in questa prima parte di stagione, si è trovato in pista un rivale che non conosceva affatto... È stato il leader di questo campionato per quattro anni e all’improvviso arriva uno e lo sorpassa... Quello che ha fatto Jonathan è stato imparare molto durante da queste gare, non si è innervosito, non è impazzito e questo gli ha permesso di resta lì in ogni momento riuscendo sempre ad essere il secondo miglior pilota in pista. E quando le moto si sono equilibrate secondo il regolamento, visti i risultati che stava ottenendo Alvaro, Jonny è tornato a vincere”.
 
L’ottimo rendimento avuto nella prima parte di stagione, ha permesso a Bautista di fare un esordio senza precedenti nel WorldSBK ma, come spiega Xaus, i risultati ottenuto dallo spagnolo a partire da Jerez in poi non possono che aumentare la sua pressione.
 
“Chissà se nelle prime tappe del campionato, visto che non aveva nessuna pressione da parte di nessuno, perché nessuno si aspettava questo esito da parte di Alvaro, lui stesso abbia pensato di spingere al massimo fino a quando gli sarebbe stato possibile. Però se sbagli una gara, inizi ad accusare la pressione e quando poi ne sbagli un’altra e poi un’altra ancora e inizi ad accumulare due, tre errori consecutivi inizi a pagarli cari. Soprattutto se il tuo principale rivale non fa mai errori e questo non può che attribuirsi all’aspetto tecnico quando, per esempio, la moto non si comporta come vorresti o come faceva prima delle modifiche”.
 
“Inoltre, a metà campionato, Chaz Davies e altri piloti sono riusciti a dimostrare il proprio potenziale com’è successo ad Assen, Imola o a Laguna Seca. Sono state gare da guidare nelle quali ci si batte e la moto non è  poi così determinante. Non è che Alvaro faccia qualcosa di sbagliato, è che forse ora il vento stia soffiando in un’altra direzione. I suoi rivali sono abituati a lavorare sotto pressione e stanno gestendo meglio la situazione. Agli occhi di un profano, sembra che Alvaro si sia dimenticato come andare in moto e 5 mesi fa sembrava che invece fosse Rea quello che non si ricordasse come guidare… in sintesi, tutto è amplificato rispetto a quello che è realmente. Anche se, quello che davvero mi manca è vedere delle battaglie corpo a corpo tra i vari piloti in pista perché non abbiamo ancora visto uno scontro diretto e duro tra loro”.
 
Secondo l’ex pilota catalano, commentatore televisivo e da poco entrato a far parte della squadra Avintia al fianco di Tito Rabat e Karel Abraham, le 11 vittorie consecutive di Bautista all’inizio della stagione sono state una risposta difficile da accettare da parte del costruttore detentore del titolo: “Rea ha imparato che anche se vinci quattro titoli, non puoi dormire, si è dovuto svegliare, e come se l’ha fatto! Lo ha fatto lui, la sua squadra e la Kawasaki. Questo è stato un ottimo stimolo per non permettere alla Kawasaki di dormire. Prima potevano pensare ‘se stiamo vincendo usando una sola mano, perché fare dell’altro’, invece la prima parte di stagione è stato un bel colpo e gli ha resi tutti più forti. Lo dimostra Haslam che sembrava in grandi difficoltà sulla moto e invece si trova ora a stare davanti con una squadra competitiva…”
 
Ci sono 81 punti tra Rea e Bautista, quattro Round da disputare per stabilire chi sarà il nuovo campione del mondo nel 2019. Xaus non si sbilancia a fare nomi: “Non si può mai dire, soprattutto adesso, con tre gare per Round e molti più punti in palio ad ogni appuntamento. Può succedere di tutto, una caduta, un infortunio che non si augurano a nessuno però sono situazioni che potrebbero verificarsi. Fino alla fine, non sapremo chi sarà il campione!”
 
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